Archivio iniziative

Dialoghi sulla scrittura poetica

Dal 18 dicembre 2025 al 7 maggio 2026

Presso: Biblioteca civica Antonio Tiraboschi

Un ciclo sulla scrittura poetica organizzato da Abitare la poesia, Fondazione Serughetti La Porta e Biblioteca Tiraboschi. In ogni incontro due autori o autrici dialogheranno tra loro presentandoci il loro percorso poetico, il rapporto con la scrittura e alcuni testi.

dal 10 gennaio al 24 gennaio

presso: Fondazione Serughetti La Porta

a cura di Ultima Generazione

PROGRAMMA

Sabato 10 gennaio ore 17 
Proiezione del film “Come se non ci fosse un domani” 

Sabato 17 gennaio ore 17 
Commenti al libro “Ultima Generazione – disobbedienza civile e resistenza climatica”

Sabato 24 gennaio ore 17 
Prove di azione nonviolenta

Ultima Generazione è un movimento nato nel 2021 e attivo nella sensibilizzazione alle problematiche relative ai mutamenti climatici a causa dell’azione umana, attraverso pratiche di nonviolenza. Il nome deriva dall’idea che questa di oggi è l’ultima generazione in grado di rallentare la crescita esponenziale della crisi climatica.

Imparare la pace – Scuola popolare di nonviolenza ha tra i suoi obiettivi il dialogo e il confronto con e tra le tante esperienze dell’attivismo pacifista ed ecologista. Per questo in collaborazione con il gruppo di Bergamo di Ultima Generazione proponiamo un percorso di conoscenza della sua visione, attraverso tre incontri nel mese di gennaio 2026.

Nel primo sabato verrà proiettato il film “Come se non ci fosse un domani” (di Riccardo Cremona e Matteo Keffer), che esplora il movimento mostrando le storie personali di cinque attivisti, le loro motivazioni e le controversie legate alle loro azioni di disobbedienza civile.

Il secondo incontro avrà al centro il libro “Ultima Generazione – disobbedienza civile e resistenza climatica” che, come il film, racchiude il senso di urgenza e la visione del mondo di chi agisce come se l’unica possibilità di azione fosse adesso, data la crisi climatica. Urgenza di agire, ancora più incisiva in quanto espressa dalla testimonianza di persone “comuni”, arrivate all’attivismo con poche o senza esperienze precedenti.

Il ciclo di incontri si conclude con la proposta di uno spazio di immaginazione e di elaborazione di un’azione nonviolenta da praticare in città: tutti possono desiderare un mondo migliore, e possono desiderarlo dando un loro contributo attivo affinché il mondo diventi un posto migliore.

31 gennaio 2026 dalle 10:00
21 febbraio 2026 dalle 14:00
14 marzo 2026 dalle 14:00
11 aprile 2026 dalle 14:00

a cura di Roberto Mazzini, Cooperativa Giolli

Presso: sala prove “Benvenuto Cuminetti”, Teatro Donizetti

INFO:
Numero massimo di partecipanti: 25
Rivolto a tutte e tutti, con una quota dedicata agli under 30
Le iscrizioni si chiudono il 5 dicembre

Un percorso formativo dedicato al Teatro dell’Oppresso, il metodo ideato da Augusto Boal che usa il linguaggio teatrale come strumento di partecipazione e trasformazione sociale.

È un teatro sociale e maieutico, che aiuta a riconoscere, analizzare e trasformare le situazioni di disagio, conflitto o malessere, senza offrire verità preconfezionate ma facendo emergere le esperienze personali e collettive. Attraverso una discussione teatrale, che supera la comunicazione verbale e permette di “agire soluzioni”, coinvolge mente, corpo ed emozione, stimolando empatia, responsabilità e azione condivisa.

Con giochi-esercizi, teatro-immagine e teatro-forum, il laboratorio invita a partire da esperienze reali per riflettere insieme e sperimentare nuove possibilità di cambiamento personale e sociale.

Secondo ciclo | Prospettive generative

Dal 6 febbraio al 6 marzo 2026

Dopo un primo ciclo di interventi dedicati alla storia delle donne in Italia tra il 1945 e il 2024, a partire dal 6  febbraio 2026 prenderà avvio la seconda annualità intitolata “Prospettive generative”. Questa nuova edizione prosegue nel solco della precedente, mantenendo l’intreccio tra diverse dimensioni disciplinari e ampliandolo ad altri mondi e altri linguaggi Cinque incontri – affidati a cinque specialiste nei campi della ricerca storica, linguistica, sociologica, scientifica e artistica – nel corso dei quali si affronteranno questioni diverse,  cinque prospettive che  mirano a generare nuovi strumenti per interpretare la complessità del presente, mantenendo uno scambio attivo tra due punti di osservazione – quello nazionale e quello globale – differenti, ma in necessario e continuo dialogo tra loro.

Il corso, tradizionalmente rivolto a docenti e studiosi della materia, quest’anno sceglie di svolgersi all’interno di alcuni istituti scolastici d’istruzione secondaria di secondo grado della città, con l’obiettivo di favorire il coinvolgimento attivo delle studentesse e degli studenti, in particolare di coloro che, nell’ultimo anno, concentrano il loro percorso di studio sul Novecento