INTRODUZIONE
1) Qualche precisazione sul titolo: "La
creazione nella teologia ecofemminista"
La
parola "teologia" potrebbe sembrare superflua nel momento in cui già
l'idea di "creazione" suggerisce una visione teologica. Tuttavia è
meglio precisare perché il pensiero che ci interessa è da considerare un
pensiero squisitamente teologico. Fa parte, cioè, della "teologia della
creazione oggi" (Lezione successiva).
"Ecofemminista"
perché è la corrente del movimento delle donne che si interessa a temi annessi
al creato (all'ecologia). Quindi -più che una dottrina della creazione-
un'introduzione alla teologia ecofemminista con alcuni elementi puntuali che
riguardano il creato.
2) Qualche parola su "Gaia"
- che figura nel titolo del libro della Ruether e nell'introduzione alla nostra
sessione. Chi ha letto il libro di Ruether saprà che l'ipotesi Gaia c'entra ben
poco. Più che una riflessione teologica o scientifica sull'ipotesi Gaia, quell'ipotesi
viene usata dalla teologia ecofemminista (e non solo cfr. "l'ecologia cosmica" di Boff: Grido della terra,
grido dei poveri (1996)) più che
altro come una cifra per indicare almeno tre cose:
-
una femminilizzazione della terra e della forza vitale che la anima (propensione
verso simboli femminili)
-
l'immanenza dei processi evolutivi
-
la svolta al biocentrismo (contro l'antropocentrismo o l'androcentrismo)
Vedremo
che questi sono tutti temi che appaiono nel pensiero ecofemminista.
I.
L'ECOFEMMINISMO
1)
Cos'è l'ecofemminismo?
Ruether
lo definisce così: L'ecofemminismo "mette
insieme le due indagini sull'ecologia e sul femminismo nelle loro forme complete
o profonde e indaga sul collegamento tra dominio maschile delle donne e dominio
della natura sia nell'ideologia culturale che nelle strutture sociali".
(pp.8s.)
L'ecofemminismo
quindi costruisce sul nesso che è stato stabilito a livello sia simbolico che
sociale tra donne e natura. Come non c'è un unico tipo di femminismo (ma almeno
tre: liberale, socialista, (costruzionista) romantico (naturalista)) né un
unico tipo di ecologia, non c'è un unico tipo di ecofemminismo. La questione di
fondo è: il nesso tra donne e natura é un nesso essenziale che appartiene alle
donne in quanto tali o è una costruzione sociale (frutto di certi rapporti dì
potere)? Per esempio, mentre alcune teologhe ecofemministe cercano di costruire
su una supposta vicinanza del mondo femminile alla natura cui
le donne sarebbero legate attraverso il corpo e i suoi ritmi, altre (come
appunto RRR) considerano tale vicinanza il frutto di specifici interessi soci
ali.
L'ecofemminismo
è un fenomeno quasi prettamente anglosassone anche se ora cominciano ad
apparire opere di alcune teologhe del terzo mondo. Esso nasce alla fine degli
anni '80, inizio anni 90 sebbene Ruether si sia interessata delle questioni
ecologiche già dall'inizio degli anni '70.
2)
Bibliografia
minima
a)
Bibliografia
in italiano
Luisella Battaglia "Donne e natura.
Considerazioni sull'ecofemminismo",
L. Marchetti e P. Zeller La madre, il gioco, la
terra, Bari (1992), pp 241-273.
Rosino Gibellini, "Il dibattito teologico
sull'ecologia", Concilium 31
(1995:5),
pp. 178-190.
Sallie
McFague, Modelli di Dio, Torino (1998)
Rosemary
Radford Ruether-, Gaia e Dio, Brescia (1995)
Per una teologia della liberazione della donna del corpo, della terra,
Brescia (1976)
Vandana
Shiva, Sopravvivere allo sviluppo, Torino (1990)
Dorothee
Soelle, Lavorare e Amare, Torino
b) Bibliografia in inglese
Elizabeth Green and Mary Grey (a cura) Ecofeminism & Theology Mainz
(1994)
Catharina J. M. Halkes, New Creation, London (1991),
Anne Primavesi, From Apocalypse to Genesis, Tunbridge Wells (1991)
Sallie McFague, The Body of God, London (1993)
------- , Super, Natural Christians, Minneapolis (1997)
Rosemary Ruether (a cura), Women Healing Earth, London (1996)
II.
Le
radici dell'ecofemminismo
L'ecofemminismo
costruisce su tre diversi discorsi:
-
le opposizioni binarie analizzate dalla teoria femminista
-
la critica femminista all'epistemologia scientifica
--
donne e degrado ambientale
1) Le
opposizioni binarie analizzate dalla teoria femminista.
Sia
la teoria femminista che la teologia femminista sono in debito a Simone de
Beauvoir. Secondo la sua analisi la
donna è stata costruita come l'Altro per eccellenza. Secondo De Beauvoir,
mentre l'uomo come soggetto storico trascende il mondo, la donna, votata alla
riproduzione della specie, è in preda alla sua funzione biologica (ossia è più
vicina alla natura). Nell'ordine
costruito a partire dell'uomo che si considera misura dì tutta la realtà, la
donna viene vista come altra (da lui) ed ogni altro Altro (di razza e di
religione) assume caratteristiche femminili.
L'androcentrismo
che ne consegue viene descritto cosi da Battaglia:
l.
L'identificazione del maschile con l'umano, l'attribuzione di un valore positivo
assai alto a tutto ciò che è tradizionalmente associato col maschile e la
correlativa svalutazione del femminile;
2.
L'attitudine a pensare in modo gerarchico organizzato secondo una metafora
spaziale, sopra e sotto. La diversità va colta solo avvalendosi delle nozioni
di superiore e inferiore;
3.
Tale pensiero darebbe origine ad una logica di dominio, che servirebbe a
trasformare la diversità in ineguaglianza e quindi a legittimarla.
La
teologia femminista si è prodigata nell'analisi delle opposizioni binarie della
tradizione giudeocristiana:
Dio
mondo
Soggetto
Oggetto
Spirito
Materia
Storia
Natura
Anima
Corpo
Bene
Male
Maschio
Femmina
La
distanza presupposta tra
Creatore e creatura è stata tradotta nei termini di una dicotomia
sessuale in
modo che vengono attribuite al maschio caratteristiche "divine"
e alla femmina caratteristiche "del mondo" (Soelle)
L'ecofemminismo
si propone di giocare sull'identificazione delle donne con la natura o per-
superarla (affermando ad esempio che gli uomini devono avvicinarsi al mondo
naturale) o per confermarla (le donne come salvatrici di un mondo ecologicamente
degradato).
Esso
afferma che l'oppressione della donna è andata avanti pari passo con lo
sfruttamento della natura, giustificata allo stesso tempo dalla tradizione
cristiana. Esso indaga quindi quegli elementi teologici che hanno permesso
questo doppio sfruttamento.
Allo
stesso tempo va alla ricerca di modalità per superare "la distanza
incolmabile" tra Creatore e creatura, mente e corpo. Una confusione e
destabilizzazione delle opposizioni binarie.
2)
La critica femminista alla scienza
Questa
critica ha un duplice' aspetto. Il sapere scientifico é un sapere maschile
perché il soggetto conoscente è stato costruito come "maschile"
mentre l'oggetto conosciuto è stato costruito come femminile. Il rapporto tra
soggetto e oggetto è un rapporto gerarchico che rispecchia il rapporto tra i
sessi. Per descrivere il suo metodo scientifico, Bacone, per esempio, utilizzava
delle immagini prese dalla caccia alle streghe: si tortura la natura affinché
essa riveli i suoi segreti. (Fox Keller, Ipazia, Donini). Verso un'epistemologia
femminista (McFague)
In
un libro molto conosciuto C. Merchant sostiene la tesi che il nascere della
metodologia scientifica nel '600 segnalò il trapasso da una visione
organicistica del mondo ad una visione meccanicistica. Questo trapasso coincise
con la caccia delle streghe e di una discriminazione progressiva nei confronti
della donna. Anche se la visione meccanicistica del mondo è superata a livello
scientifico, continua a dominare la coscienza comune. Ecologia e alcune correnti
del movimento delle donne costruiscono sulle scoperte della nuova scienza.
Scrive per esempio Ruether: grazie alla teoria della relatività e dei quanti
"non sembrava più possibile distinguere così chiaramente tra materia ed
energia" (p. 58 e p. 60) (da leggere). Anche McFague inizia il suo libro
descrivendo "una visione olistica della realtà": E' una visione
composta fondamentalmente di due elementi: Prima, siamo tutti (persone, animali,
piante, biosfera) in relazione gli uni con gli altri. Facciamo parte di un
ecosistema. Poi, questa rete di relazioni è in uno stato di trasformazione
continua, di evoluzione. Per lei, come per RRR, "è evidente come questa
prospettiva spezzi i vecchi dualismi generati dal modello meccanico (pp. 27s. da
leggere).
Potremmo
pensare all'ecofemminismo e alla teologia ecofemminista come un esercizio
ecologico il quale cerca di analizzare l'ecosistema composto di Dio, della
natura delle donne utilizzando quindi una serie di diverse analisi. Per alcuni
versi si avvicina all'area della New Age (cfr. il capitolo, "la nuova
scienza" in Dobroczynski, New Age Milano (1997).
Inoltre,
lo storico Doyle mostra come la cultura maschile della chiesa nascente e la
scienza occidentale siano andate di pari passo. Il mondo scientifico
rispecchierebbe la cultura clericale che è andata affermandosi nella chiesa a
scapito delle donne: "Malgrado la sua retorica utilitaria e le conseguenze
che ne derivano .… la scienza si è dedicata a quella che è stata un'impresa
essenzialmente trascendente. Agli occhi dei suoi adepti, tutti di sesso
maschile, la cultura clericale è infatti sempre esistita al di fuori e al di
sopra della società….in un'atmosfera così rarefatta si fece presto ad
associare la mascolinità con la separazione e la trascendenza, palesi
nell'apparentemente univoca autorità dell'artificio e dell'astrazione. La più
'terrestre' femminilità veniva intanto spregiata come disordine, e temuta come
l'incarnazione della corruzione del mondo. In quanto prolungamento della cultura
clericale, la scienza occidentale ha ereditato e perpetuato queste associazioni,
che continuano a segnare la missione e l'ambiente della scienza" (346).
3)
Donne, Ecologia e Povertà
Un
ulteriore esempio del nesso tra discriminazione delle donne e degrado ambientale
viene dai paesi del cosiddetto Terzo Mondo dove il degrado ambientale colpisce
in modo speciale le donne: ad esempio nella ricerca di combustibile
(deforestazione, erosione del suolo); di acqua potabile (inquinamento). Il
lavoro delle donne aumenta nella misura in cui devono percorrere distanze sempre
più lunghe per arrivare alle risorse primarie, i programmi di sviluppo non
tengono conto delle esigenze femminili e intaccano i diritti tradizionali delle
donne alla terra. In altre parole, i problemi ecologici rendono ancora più
difficile la difficile vita delle donne. Perciò le donne sono impegnate in
prima linea in movimenti ecologici come il noto Chipko. Vandana Shiva critica i
programmi di sviluppo, rivalorizza l'importanza della donne nella foresta, nella
catena alimentare, nell'approvvigionamento dell'acqua e ripropone con forza il
recupero del principio femminíle identificato con la natura.
III
ELEMENTI DI UNA TEOLOGIA DELLA CREAZIONE ECOFEMMINISTA
Il
compito della teologia ecofemminista è di articolare una teologia alla luce
della visione ecofemminista del mondo a cui ho accennato. Una teologia
ecofemminista si troverà al crocevia di:
la
teoria femminista in tutte le sue forme,
le
diverse correnti all'interno del movimento ecologico,
la
teoria ecofemminista in tutte le sue forme,
la
teologia,
la
teologia della liberazione,
la
teologia ecologica (eco-teologia),
la
teologia femminista.
Il
problema è che non esiste la teologia ecofemminista bensì una serie di
teologie ecofemministe.
l. Il modello monarchico di Dio
La
teologia ecofemminista si chiede: quale modello di Dio ha funzionato per
discriminare sia le donne che il mondo naturale?
Com'è l'Iddio delle opposizioni binarie che ha dominato la teologia
dell'immaginario maschile? Rispondendo a questa domanda essa mette in questione
il modello monarchico di Dio ossia il modo in cui Dio viene visto come se fosse
un re, un Signore che esercitando una suprema potenza governa da lontano il
mondo da lui creato. Nonostante i progressi della teologia é un modello che
continua a dominare l'immaginario anche tramite la liturgia. Esso non va per tre
motivi:
l.
Dio è lontano dal mondo, si rapporta ad esso solo dall'esterno e a distanza.
2.
Come un re verso i suoi sudditi, Dio si rapporta solo con gli esseri umani. La
comunità del creato in tutta la sua pienezza esula dagli interessi di Dio.
3.
Il rapporto che Dio instaura con gli esseri umani è basato o sulla benevolenza
o sull'autorità. In ogni caso è un rapporto che conduce alla formazione di
sistemi di dominio da una parte e di sottomissione dall'altra.
2. L'avvicinamento tra Dio e il mondo
La
teologia femminista cerca quindi di colmare quella distanza che si è creata tra
Dio e il mondo. Pensa insieme Dio e il mondo. Nella prospettiva ecofemminista
diventa difficile pensare Dio senza la corporeità e pensare una corporeità che
non sia in qualche modo infusa dall'energia divina.
a) La proposta di McFague: il mondo come corpo di Dio
McFague
cerca di rimediare al modello monarchico proponendo un modello alternativo.
(Lavora al livello del linguaggio) Il suo proposito è duplice:
l.
Chiudere quella distanza che separa Dio dal mondo, cosicché Dio fa parte del
mondo senza essere ridotto ad esso
2
Rendere il mondo e così la corporeità parte essenziale di Dio cosicché Dio
opera dall'interno del mondo ed è una parte integrante di tutto il creato. Così
Dio è coinvolto in ma non ridotto ai processi evolutivi.
McFague
basa questa visione di Dio e del mondo su un'idea ampliata dell'incarnazione
massimizzandola in rapporto al mondo. In altre parole la storia di Gesù Cristo
diventa modello dell'immanenza di Dio nel mondo. In concreto questo vuole dire
che lo scopo del creato sarà configurato dall'amore inclusivo dì Dio, un amore
che non si limita agli esseri umani ma che si estende a tutte le creature.
Partendo dalle parabole McFague vede come esse capovolgano il nostro modo di
percepire il mondo, soprattutto liberandolo da ogni forma di relazione
gerarchica. Poi McFague indica, attraverso i miracoli di guarigione,
l'importanza della corporeità e del benessere fisico. Infine la moltiplicazione
e la condivisione dei pani diventano segni dell'abbondanza che nel progetto
divino può soddisfare tutti i bisogni. Queste tre fasi, di decostruzione,
re-costruzione e di prospettiva futura assicurano che la salvezza diventi la
direzione della creazione e la creazione sia lo spazio della salvezza.
Per
McFague l'idea che "Dio s'incarna o prende corpo nel nostro mondo,
cosmologicamente oltre che antropologicamente" (Modelli, p. 250) ha delle
conseguenze per le nozioni di trascendenza e immanenza dì Dio. Lei parla
infatti di "un'immanenza universale di Dio" (noi incontriamo Dio
quindi nel mondo e nelle sue creature (inclusi gli esseri umani)) come di una
"trascendenza mondana" scorta in tutto ciò che nel mondo suscita in
noi un senso di meraviglia o di reverenza. L'energia divina infonde il mondo per
riscattare i processi evoluti vi e renderli conformi alla sua rilettura di
Cristo.
b) La
proposta di Ruether (pp. 350ss).
Per
pensare insieme Dio e il mondo, Ruether si rifà al discorso scientifico secondo
cui, al livello subatomico scompare la differenza tra materia ed energia (corpo
e spirito). La materia infatti si rivela "energia che si muove secondo
modelli definiti di relazionalità" (351). Ne consegue che "il minimo
assoluto" delle particelle più minuscole è anche il "massimo
assoluto", la matrice di tutti i collegamenti dell'intero universo. In
questo modo si dissolve la distinzione tradizionale tra "Dio" inteso
come mente che tiene insieme tutte le cose e "materia". Ogni elemento
quindi è dotato di un tipo di coscienza. La coscienza più evoluta è quella
umana. E' attraverso questa coscienza che ci rapporta a tutto il creato che la
terra evolverà (o meno) in conformità ai principi ecologici.
3. Dio madre
Il
tentativo di ridurre la distanza tra Dio e il mondo viene accompagnata nella
riflessione ecofemminista da un corrispondevate avvicinamento di Dio ai simboli
femminili. Dagli inizi la teologia femminista si è occupata della questione
delle immagini femminili di Dio. Nella teologia ecofemminista si lavora per
esempio sulla tradizione sapienziale, fonte biblica di immagini femminili di un
Dio creatore.
La
tradizione sapienziale che troviamo nel libro dei Prov, in Giobbe nonché nel
libro della Sapienza e poi in alcuni parti del NT è importante perché parla di
un Dio coinvolto non solo nella creazione del mondo ma anche che permea il mondo
con la sua presenza. La sapienza, Hochmah o Sophia è un modo di dire Dio al
femminile, un Dio rivolto al mondo, che si esprime nel mondo. Secondo Dean
Drummond ("The- Feminine Face of God as a Metaphor for an Ecotheology"
Feminist Theology 16 (1997), pp, 11-31) Sophia mantiene unite la trascendenza e
l'immanenza di Dio. Inoltre, il modo in cui la tradizione sapienzale viene usata
per dire il Cristo riesce ad unire la creazione cori la redenzione. Nella misura
in cui Cristo è stato identificato con Sofia (Gesù-Sofia) possiamo anche
parlare della crocifissione della natura. Infine, la tradizione sapienziale
sottolinea l'importanza della giustizia, e nella tradizione posteriore viene
associata con la Torah (Sir 24,23) (Cfr Prv 1, 8,9) Giobbe 28 Scrive Johnson in
un libro appena tradotto in italiano (Colei che è): "L'agenzia creativa è
sua, perché è lì prima degli inizi "artefice di tutte le
cose"…Anche il potere di ordinare in modo armonioso l'universo le
appartiene" Domina su tutta la faccia della terra e governa l'universo in
modo impagabile" (Sap 8,1). Sua è la conoscenza della struttura del mondo
e dei suoi elementi, i cicli delle stagioni e delle stelle, la varietà di
animali, piante e radici, i poteri degli spiriti e il ragionare umano in tutta
la sua diversità (7,17-22). E' capace di rinnovare tutta la comunità del
creato. "Dio stesso mi ha fatto conoscere come sono veramente le cose, mi
ha insegnato la struttura del mondo e il gioco dei suoi elementi, la divisione
del tempo in presente, passato e futuro, le diverse posizioni del sole e
l'alternarsi della stagioni. Ho conosciuto il ciclo dell'anno e la posizione
delle stelle, la natura degli animali e l'istinto delle bestie feroci, i vari
tipi di piante e il potere curativo delle radici, le diverse mentalità e gli
impulsi che stimolano l'uomo. Ho potuto conoscere le cose più nascoste come
quelle evidenti perché la sapienza, artefice del mondo, mi ha istruito. La
sapienza è uno spirito intelligente e santo, unico nel suo genere e
interiormente ricco, sottile, agile e penetrante, limpido e senza macchia,
benevolo, amante del bene e pronto ad agire ... Si muove con estrema agilità,
è così immateriale che passa dappertutto..." (Sap 7, 17ss).
Nel
suo libro Modelli di Dio, McFague
propone il modello di Dio come madre la cui attività sarebbe proprio quella
creativa. Mentre il modello di creazione come lavoro artigianale o per mezzo
della parola sottolinea di nuovo il distacco di Dio dal mondo, l'idea della
nascita unisce Dio al mondo allo stesso tempo che ne rimane distinto. La
creazione diventa l'autoespressione di Dio. Il corpo di Dio che sostiene la vita
non è né spirito né materia bensì "la matrice dalla quale evolve tutto
ciò che esiste" (154). Tuttavia, se Dio dà corpo all'universo e lo
energizza, Dio non è il genitore del mondo come figlio né partorisce il
proprio corpo. E' piuttosto la vita del corpo. Vedere il mondo come corpo di Dio
combina due modi di considerare la creazione: come procreazione (cioè
sottolinea la fisicalità) (Cfr. Giobbe
38,28s.: "Da quale grembo è nato il ghiaccio e chi ha partorito il
gelo") e come emanazione (che sottolinea l'energia vitalizzante della
creazione che emana dalla fonte divina).
Anche
Ruether (1983) si propone di superare le opposizioni binarie per quanto riguarda
il nostro discorso su Dio cercando una via media (o una coincidentia oppositorum)
tra l'immanenza statica di una "madre-materia-matríce" e di una
trascendenza ultramondana. Allo stesso tempo si propone dì utilizzate il
simbolismo femminile per Dio. Tuttavia è più scettica per quanto riguarda la
"maternità di Dio". Due sono i problemi:
1
Sostituire un dio maschile trascendente con una visione di un Dio femminile e
immanente (Gaia, p. 12),
2.
La potenza espressa dalla maternità è fonte di risentimento per gli uomini:
gli uomini emarginati dai processi riproduttivi rispondono col dominio sulle
donne (come surrogato del potere materno): Gaia, p.241: "Dobbiamo chiederci
se gli elementi del risentimento maschile non siano intrinseci al modello
matricentrico. Anche sotto le gerarchie maschili il nucleo matricentrico della
società umana rimane e riproduce continuamente insicurezza e risentimento nel
maschio che si emancipa dalla madre negando la donna ". Non è chiaro se
Ruether riesce nel suo proposito. La fisicalità di un Dio maschile, la
trascendenza di una Dio femminile.
4. Un
nuovo sacramentalismo
L'ecofemminismo
si propone di rivalorizzare la tradizione sacramentale del cristianesimo. In
questo modo
l.
la capacità del mondo naturale di veicolare Dio viene riconosciuto e
2.
possiamo dire Dio non solo in termini personali ma anche in immagini prese dal
mondo naturale.
Tuttavia
la tradizione sacramentale ha dato importanza al mondo naturale nella misura in
cui esso diventa uno strumento per condurre a Dio. Riproduce cioè una visione
strumentale della natura. McFague parla di un sacrarnentalismo rinato (p. 112 e
p 183). Altrove parla di un sacramentalismo orizzontale. Invece di vedere, per
esempio, "Dio in quest'albero" siamo invitati a contemplare
"l'albero in Dio". In questo modo elementi della natura non indicano
una realtà divina al di là, bensì sfaccettature di Dio nell'al di qua.
IV.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
La
teologia ecofemminista è in un continuo stato di evoluzione. Essa diventa più
precisa nella misura in cui riesce ad integrare le scoperte fatte in altri campi
per esempio dalla teoria femminista. E' interessante constatare per esempio che
più Ruether e McFague si avvicinano al tema dell'ecologia e della natura, più
la loro teologia diventa meno esplicitamente femminista. A mio avviso questo
indica un certo malessere con il punto di partenza (l'abbinamento donne e
natura). Infatti La teologia ecofemminista oscilla tra l'antropocentrismo da una
parte e il cosmocentrismo dall'altra. Non può rinunciare all'antropocentrismo
perché vuole mantenere sia la responsabilità umana per il creato sia la
soggettività femminile. D'altro canto volendo superare l'androcentrismo e la
distanza tra Dio e il mondo, privilegia un cosmocentrismo in cui il soggetto
scompare. (cfr. Green "The Tansmutation of Theology").
Una
teologia di questo genere, quindi, deve trovare il modo di tenere insieme Dio,
l'essere umano e il mondo. Deve uscire da un pensiero opposizionale (o della
logica dell'identità) che non scalfisce i dualismi del patriarcato. Deve essere
in grado di teorizzare la diversità tra donne e come il rapporto "donne e
natura" rispecchi quella diversità (di razza e di classe). In altre parole
il punto di partenza dell'ecofemminismo è la sua forza e la sua debolezza. Esso
va indagato più a fondo.
Conversazione
tenuta presso la Fondazione “Serughetti La Porta” il 11/03/1999.
Testo redatto su appunti dell’autrice